martedì 24 gennaio 2012

Rapporto Deloitte, su Facebook Italia regina


Rapporto Deloitte, su Facebook Italia regina

In valori relativi il nostro Paese leader nella Ue in termini
di giro d'affari. Boom delle professioni legate al web 2.0

Il logo di Facebook con il suo fondatore, Mark ZuckerbergIl logo di Facebook con il suo fondatore, Mark Zuckerberg
MILANO - Gli online advertiser, i community manager, i web analyst. In tempi di crisi - con un mondo del lavoro così complicato da decifrare - possono essere una bussola per i giovani alla ricerca di un impiego. E il vantaggio competitivo rispetto alla concorrenza significa acquisire competenze nel digital marketing, nella gestione dei profili aziendali sui social network (non solo Facebook, il più popolare, ma anche Twitter), nella capacità di attrarre l'attenzione dell'internauta per incrementare i profitti e migliorare la propria «brand awareness».
LO STUDIO - Lo certifica anche una delle maggiori società di consulenza al mondo, Deloitte, che in un'indagine su scala europea elabora per la prima volta l'impatto economico di Facebook (e le relative ricadute sull'occupazione) sui Paesi dell'Unione. E la sorpresa arriva proprio dall'Italia, il cui giro d'affari tocca i 2,5 miliardi di euro, inferiore soltanto al mercato tedesco e inglese (2,6 miliardi) su una popolazione però complessivamente inferiore. In dati assoluti la Ue fa registrare un volume da oltre 15 miliardi di euro per oltre 230 mila posti di lavoro legati al social network fondato da Zuckerberg. Oltre 110 mila correlati alla «business participation», quasi 33 mila legati alle professioni e agli effetti della piattaforma Facebook, oltre 85 mila occupati nelle vendite. Ma è soprattutto la business participation, attraverso la creazione di pagine e annunci pubblicitari per interagire con il cliente, a far da volano all'indotto Facebook. Dice Mariano Corso, responsabile scientifico dell'Osservatorio Enterprise 2.0 del Politecnico di Milano, che il rapporto Deloitte smentisce «il sostanziale malinteso - tutto italiano - che associa Facebook a una potenziale perdita di tempo sul posto di lavoro. Sono migliaia le aziende in tutta Italia che vietano l'accesso ai dipendenti al popolare social network. È uno scollamento evidente dalla realtà, dai nuovi trend, dalle infinite possibilità soprattutto per i professionisti del marketing di rendere più appetibile il marchio aziendale».
IL PARADOSSO - Ma lo studio Deloitte testimonia - almeno nel caso italiano - un paradosso evidente: «L'Italia arranca nei propositi fissati dall'agenda digitale europea - spiega Corso - eppure in ambito web 2.0 siamo pionieri a livello mondiale». Un dato sociologicamente interessante, che fa il paio con lo sviluppo delle risorse umane sui social network. Una recente indagine - ripresa da Deloitte - testimonia come il 90% delle imprese utilizzi i social network come canale principale di reclutamento.

venerdì 4 novembre 2011

Nuove competenze per nuovi lavori

Obiettivo

L'iniziativa "Nuove competenze per nuovi lavori" intende:
  • contribuire a prevedere meglio il futuro fabbisogno di qualifiche
  • equilibrare meglio offerta di qualifiche ed esigenze del mercato del lavoro
  • colmare il divario tra istruzione e lavoro

Misure concrete

Nuovi lavori, arriva il “mystery shopper”

Segnatevi questo nuovo mestiere: "mystery shopper". E' uno di quelli che potete inserire tranquillamente nella lista dei lavori gratificanti. Per quale motivo? Il mystery shopper fa una delle attività più semplici e piacevoli che ci siano: essere pagati per fare shopping. Il suo compito consiste nel fingersi un normale cliente e andare in supermercati, centri commerciali, negozi, ristoranti e hotel per misurare la qualità dei prodotti e dei servizi offerti al pubblico. I suoi committenti sono gli istituti che fanno ricerche di mercato, gli stessi rivenditori, le autorità di regolamentazione e  in genere chiunque ha intenzione di scoprire cosa pensano davvero i consumatori. Se c'è quindi da testare il menu di un nuovo ristorante, mettere alla prova il confort di un albergo o verificare il modo in cui viene trattata la clientela di un punto vendita appena aperto, il professionista che viene chiamato in causa è il mystery shopper. E a lui non tocca spendere neanche un centesimo, anzi. Oltre a viaggiare, mangiare e bere gratis — ogni acquisto viene rimborsato - chi fa questo mestiere è anche piuttosto ben pagato. In Inghilterra, dove la pratica del "mystery shopping" è particolarmente diffusa, lostipendio di un "cliente misterioso" oscilla tra i 25 e i 115 euroal giorno.
TRATTO DA http://it.finance.yahoo.com/notizie/Nuovi-lavori-arriva-mystery-yfin-185004360.html?x=0

Crisi: Usa crea 80.000 posti lavoro 104.000 posti nel settore privato ma pubblico ne perde 24.000

(ANSA) - ROMA, 4 NOV - L'economia americana ha creato ad ottobre 80.000 posti di lavoro e il tasso di disoccupazione scende al 9%. Lo comunica il Dipartimento del Lavoro. In particolare, il settore privato ha creato 104.000 posti mentre il pubblico ne ha persi 24.000 e quello delle costruzioni 20.000
TRATTO DA http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2011/11/04/visualizza_new.html_643825339.html

Crisi-Sacconi-bene-Bonanni-su-patto-tra-parti-sociali

P
adova, 4 nov. (Adnkronos) - "Ho apprezzato la relazione di Bonanni per la parte relativa all'ipotesi di intese tra le parti sociali sui temi sensibili per la stabilita' e la crescita". Lo ha detto il ministro del Welfare Maurizio Sacconi stasera in occasione della presentazione del suo libro 'Ai liberi e forti' a Padova.
E Sacconi ha auspicato "sarebbe davvero opportuna un'intesa tra le parti sociali sui temi che sono di piu' diretta loro competenza come quelli relativi al mercato del lavoro e alla previdenza, perche' aiuterebbero ad assumere decisioni difficili, complesse, che noi vogliamo prendere in un clima di coesione sociale. Per questo, non abbiamo preso decisioni in materia di pensioni di anzianita' e di mercato del lavoro -ha ricordato Sacconi- considerando proprio la coesione sociale un valore in se' e ai fini della crescita e della stabilita'".
Cosi' il ministro del Welfare ha annunciato: "noi apriremo un dialogo sui temi del mercato del lavoro". E ha rilanciato "ho apprezzato che Bonanni abbia citato la 'flex security', cioe' la combinazione di flessibilita' delle imprese e sicurezza dei lavoratori. La prudenza con la quale abbiamo affrontato questi temi -ha concluso- e' legata proprio alla considerazione che la coesione sociale rappresenta un valore".
04/11/2011

lunedì 31 ottobre 2011

Ilo: crisi del lavoro minaccia la stabilità sociale Allarme recessione, l'Italia tra i paesi a rischio

La ripresa del lavoro sta andando peggio del previsto, ci si è concentrati troppo sulla salvaguardia del settore finanziario e senza riformare i meccanismi che hanno portato alla situazione attuale

di VITTORIO LONGHI


A pochi giorni dal G20 di Cannes, esce il nuovo rapporto dell'Ilo World of Work che quest'anno ha per titolo "I mercati al servizio dell'occupazione", proprio a sottolineare che la vera urgenza da affrontare oggi è la creazione di nuovi e buoni posti, prima che la salvaguardia del settore finanziario. I toni dell'agenzia Onu, di solito pacati e diplomatici, oggi sono allarmanti: "Dovranno essere creati 80 milioni di posti di lavoro nei prossimi due anni, di cui 27 milioni nelle economie avanzate, se si vuole tornare ai tassi di occupazione pre-crisi". La crescita è lenta, però, e il timore è che si riuscirà a creare solo la metà del lavoro necessario. Il numero dei disoccupati ha superato i 200 milioni nel mondo e, visti i ritmi attuali, ci vorranno almeno cinque anni per ritornare ai livelli del 2007, un anno in più di quanto previsto nel rapporto dell'anno scorso.

Uno dei motivi di questa situazione, spiegano i ricercatori, è che si investe poco nella produzione - dunque nel lavoro - e molto, troppo nel capitale. Gli investimenti produttivi sono ancora stagnanti, mentre continuano ad aumentare i profitti e i dividendi. In effetti, nelle economie avanzate, mentre le quote di capitale sono salite dell'1,1 per cento le quote di investimenti nella produzione sono scese di 0,4 punti percentuali. Non è una sorpresa che i maggiori utili oggi vengono dalle speculazioni finanziarie. Nei Paesi più ricchi questo settore ha generato il 13 per cento di profitti in più tra il 2000 e il 2007, mentre i profitti degli altri settori economici sono cresciuti solo del 6 per cento. Tra gli altri fattori di questo spostamento di risorse dal lavoro verso il capitale, ci sono anche alcune scelte politiche che hanno portato a un progressivo declino della densità sindacale e della capacità di contrattazione collettiva, uno degli strumenti tradizionalmente più efficaci per sostenere i salari. 

"Non è stata data sufficiente attenzione all'occupazione come fattore di ripresa", spiega Raymond Torres, direttore dell'Istituto Internazionale di Studi Sociali dell'ILO, che ha curato il rapporto. Torres conferma che ci si è concentrati sempre di più sui mercati finanziari, che il dibattito è stato focalizzato sull'austerità fiscale e sul modo migliore di aiutare le banche, senza tra l'altro riformare quei meccanismi che hanno portato alla crisi. Si è persa di vista l'economia reale, insomma, e questo atteggiamento è stato accompagnato spesso da misure che hanno eroso le tutele sociali e i diritti dei lavoratori, cosa che non aiuterà certo a rilanciare la crescita né l'occupazione. 

In 69 dei 118 Paesi presi in esame c'è stato un peggioramento di tenore di vita tra il 2006 e il 2010 e  questo sta accrescendo il malcontento generale. Le proteste sociali si vanno diffondendo, del 40 per cento in più tra 2009 e 2010 secondo una ricerca Gallup, soprattutto a causa degli alti tassi di disoccupazione e dei prezzi alti dei generi alimentari. Su 99 Paesi analizzati, circa la metà degli intervistati dichiara di non avere più fiducia nel proprio governo. Un fenomeno che avviene in gran parte nelle nazioni avanzate e, secondo il rapporto dell'Ilo, la situazione è particolarmente a rischio in Grecia, Italia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia e Spagna, dove l'insoddisfazione sul mercato del lavoro locale supera il 70 per cento.     

Pertanto, oggi più che mai è necessario mantenere e, in alcuni casi, rafforzare i programmi e gli investimenti nelle politiche attive del lavoro. Gli sforzi per ridurre il debito pubblico e il deficit finora si sarebbero concentrati "in maniera sproporzionata" sul mercato del lavoro, precisa l'Ilo. L'invito è a sostenere gli investimenti nell'economia reale e a superare il "falso mito" secondo cui la moderazione salariale porta alla creazione di posti. Il rilancio globale deve essere guidato dai redditi e dal lavoro, in sostanza, non dal mercato e dalla finanza.
TRATTO DA http://www.repubblica.it/economia/2011/10/31/news/rapporto_ilo-24192802/

giovedì 1 aprile 2010

La finanza

La finanza è la disciplina che studia processi con cui individui, imprese, enti, organizzazioni, e stati gestiscono i flussi monetari (raccolta, allocazione e usi) nel tempo. Essendo definita l'economia come "la scienza che studia le modalità di allocazione di risorse limitate tra usi alternativi, al fine di massimizzare la propria soddisfazione", la finanza, analogamente, è "quella scienza che studia le modalità di allocazione del denaro tra usi alternativi, al fine di massimizzare la propria soddisfazione"".

Si distingue tra:

• finanza personale, che concerne i debiti e crediti che fanno capo agli individui,
• finanza aziendale che si occupa della ricerca e dell'impiego delle risorse finanziarie da parte delle imprese,
• finanza pubblica, riguardante le tematiche della ricerca e dell'impiego di risorse finanziarie da parte della pubblica amministrazione,
• finanza internazionale che tocca il tema dei flussi di denaro scambiati tra paesi (da origine di operazioni finanziarie che operative tra individui, imprese e pubbliche amministrazioni internazionali)
La Finanza si occupa poi degli strumenti finanziari, attraverso i quali avvengono gli scambi di flussi di denaro tra individui, imprese e Stati, oltre che dei mercati sui quali tali strumenti finanziari vengono negoziati.


Finalità della finanza
Finanza personale:
Decisioni di risparmio, investimento, indebitamento e previdenza complementare.
Gestione e valutazione degli investimenti
Mercati finanziari, strumenti finanziari, e istituzioni finanziarie
Il quadro di rendimento del rischio e l'identificazione dell'appropriato tasso di sconto dei beni
Valutazione dei beni - sconto di rilevanti flussi di cassa; valutazione relativa; valutazione contingente
L'allocazione ottimale dei fondi (In cosa investire - Quanto investire - Quando investire)
Finanza aziendale:
Preventivo del flusso di cassa e gestione del Capitale circolante netto
Comparazione di proposte alternative
Previsione e analisi del rischio
Ottenimento dei fondi - fonti di debito (lungo, medio o breve termine) o di capitale (nel senso di proprietà) - struttura ottimale del capitale
Allocazione dei fondi su investimenti di capitale a lungo termine, rispetto all'ottimizzazione del flusso di cassa a breve termine
Politica dei dividendi

Finanza pubblica:
Identificazione delle spese richieste da un'entità del settore pubblico
Fonte(i) di reddito di tale entità
Processo di preventivazione
Una differenza rilevante fra un investimento finanziario ed uno produttivo è la capacità del secondo di creare ricchezza economica reale per la società.

Esiste un dibattito di etica della finanza, legato all'ipotesi che la finanza sia un gioco a somma zero, capace quindi solo di spostare denaro fra soggetti economici, o un gioco a somma positiva, in grado di creare ricchezza per alcuni di questi; in altri termini, se possa creare una "torta" più grande, o solo cambiare la dimensione relative delle diverse "fette" dei vari attori dello scenario finanziario.

Tratto da http://it.wikipedia.org/wiki/Finanza

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